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Per secoli generazioni di cronisti e letterati medievali hanno riportato nelle loro opere testimonianze di strani eventi celesti principalmente eclissi e passaggi di comete, all’epoca fenomeni completamente inspiegabili e misteriosi.
Questi fenomeni generavano meraviglia ma soprattutto timore negli occhi degli spettatori, che in seguito li interpretavano come vere e proprie avvisaglie profetiche, anticipatrici di eventi più o meno funesti che sarebbero scaturiti di li a poco.
I più comuni sono le epidemie e le morti di cariche ecclesiastiche importanti, come abati o vescovi, ma anche importanti cariche laiche, come sovrani o imperatori.
Ma ecco alcune di queste testimonianze che ho ripreso da alcuni testi medioevali.
Numerose provengono dalle “Storie” di Rodolfo il Glabro, che scrive :”Venerdì 29 giugno dell’anno millesimo dalla passione di Cristo si ebbe un’agghiacciante eclissi, ossia mancanza di Sole, durata dall’ora sesta fino all’ottava”, poi aggiunge :”allora uno sbigottimento, un terrore sconfinato invase il cuore di ognuno: chiunque osservava il fenomeno intuì che esso annunziava qualcosa di infausto, una disgrazia che stava per abbattersi sull’umanità”, e conclude che proprio in quel giorno dei congiurati attentarono alla vita del pontefice, fallendo.
Nella stessa opera Rodolfo scrive :”Quattro anni più tardi, mercoledì 22 agosto […] all’ora sesta si ebbe una nuova eclissi di Sole. In quello stesso anno morì in Sassonia l’Imperatore Corrado.”
Nella Historia Longobardorum di Paolo Diacono, l’eclissi di Luna e di Sole del 680 d.C. preannunciarono una terribile pestilenza, che durò tre mesi.
Nell’opera cronachistica medievale nota come “Annales Cambriae”, è riportata un’altra eclissi di Sole, questa volta però senza apparenti consequenze nefaste, così è scritto “1288. Nel secondo giorno di aprile trascorsa la nona ora, è vista un eclissi nella parte superiore del Sole, che oltrepassa in seguito la materia del Sole, così che il Sole è visto come avere due corna alzate, e durò fino all’ora del vespro”.
Nel III libro delle “Storie”, Rodolfo il Glabro annota invece il passaggio di una cometa, che restò nel cielo per circa tre mesi e dopo il suo passaggio la chiesa del Beato Michele Arcangelo venne bruciata.
L’autore non mette in discussione la connessione tra il fenomeno sovrannaturale e l’importante evento che avviene sulla Terra poco dopo, come scrive in questo passaggio :” Un fatto è però dimostrato con certezza: tutte le volte che un fenomeno del genere appare ad occhio umano, esso annunzia per l’immediato futuro, con chiara evidenza, qualche avvenimento straordinario e terribile”.
Probabilmente la cometa descritta in precedenza è quella di Halley (1P/989 N1), passata, secondo i calcoli, tra l’agosto ed il settembre del 989 d.C. e che si pensava preannunciasse la fine del mondo.
Un’ulteriore passaggio di una cometa, questa volta non temporalmente coincidente con quella di Halley è brevemente accennata nel IV libro della Historia Longobardorum, il cui transito, gennaio 595, è considerato la causa della successiva morte dell’arcivescovo di Ravenna, Giovanni.
Per trovare una vera è propria definizione e non solo una mera descrizione del fenomeno, bisogna cercare nell’opera di Isidoro di Siviglia, “Etimologia”, in cui definisce la cometa come una stella, chiamata in questo modo perché diffonde i capelli della sua luce, affermando che quando questo tipo di stella appare provoca epidemie, carestie e guerre, come in precedenza appuntato da Rodolfo il Glabro.
FONTI:
- Annales Cambriae, edited by John Williams, Cambridge Library Collection, Torrazza Piemonte, 2012.
- R. IL GLABRO, Storie, a cura di Guglielmo Cavallo e Giovanni Orlandi, A. Mondadori Editore, Borgaro Torinese, 2011.
- P. DIACONO, Storia dei Longobardi, a cura di Antonio Zanella con un saggio di Bruno Luiselli, Bur Rizzoli, Milano, 2018.