LE GUERRE DEI DIADOCHI, prima parte (323 a.C.-311 a.C.)

Tempo stimato di lettura: 4 minuti

PROTAGONISTI:

  • Antigono
  • Tolomeo, Seleuco, Cassandro
  • Eumene, Perdicca

CONTESTO:


Nel 323 a.C., dopo aver conquistato in soli dodici anni l’immenso impero persiano, il sovrano macedone Alessandro Magno morì improvvisamente a Babilonia, lasciando nella confusione più totale il suo immenso impero, venutosi a creare troppo rapidamente per conservare una propria stabilità.
I suoi più fidati generali, i diadochi, iniziarono così a spartirsi le proprie aree di controllo sul vasto impero, ponendo al contempo, sul trono sia il fratellastro di Alessandro, Filippo Arrideo che suo figlio, Alessandro IV, tuttavia ancora troppo piccolo per regnare.


Il vero potere venne riposto nelle mani di tre personalità, Antipatro, avente la reggenza in Grecia e Macedonia, Perdicca, autorità suprema dell’Asia col titolo di Chiliarca e Cratero, avente il controllo dell’esercito Macedone e delle finanze.
Ulteriori concessioni vennero fatte ai seguenti generali:
Tolomeo padrone dell’Egitto, Lisimaco con il controllo sulla regione tracica, Eumene governatore della Paflagonia e della Cappadocia e Antigono con il dominio dell’Anatolia occidentale, della Frigia, della Panfilia e della Licia.

Presto però iniziarono a crearsi delle divergenze tra i comandanti, che vertevano soprattutto tra coloro i quali volevano mantenere unito l’impero, e chi invece voleva la formazione di regni indipendenti.


SVOLGIMENTO:


GUERRA DI LAMIA
La confusione creata dalla morte del potente condottiero, suscitò moti di rivolta in Grecia, soggiogata al dominio macedone dalla la battaglia di Cheronea, avvenuta nel 332 a.C.
L’alleanza, campeggiata da Atene con il supporto della Lega Etolica, trovò i propri leader nel politico Leostene e nello stratego Iperide, che riuscirono a vincere temporaneamente su Antipatro nel 322.
Il suo ritiro nella città di Lamia tuttavia non riuscì a concludere la guerra in favore dei greci, anzi, il loro esercito venne sconfitto per mare ad Amorgo nella primavera del 322 e successivamente via terra a Crannone dalle truppe di supporto inviate da Cratero.

Le due battaglie segnarono la sconfitta dell’alleanza e la fine della guerra in occidente.


GUERRA IN ASIA
Con Cratero impegnato in Grecia, Perdicca decise di fermare le spinte autonomiste di Tolomeo invadendo l’egitto , dove sperava in un rapido successo.

Per coprirsi le spalle da un possibile attacco da nord, Perdicca decise di servirsi dell’alleanza con Eumene, che, grazie al suo controllo della Cappadocia, riuscì a battere e ad uccidere il comandante Cratero sulle rive dell’Ellesponto, nel maggio del 321 a.C.
Il Chiliarca d’Asia tuttavia morì assassinato una volta entrato nei domini tolemaici, probabilmente ucciso dai sicari di Seleuco.
Nello stesso anno, con gli accordi di Triparadiso, si decisero le nuove spartizioni dei territori dell’impero, che ponevano Antipatro unico reggente al trono di Macedonia, davano ad Antigono Monoftalmo la carica di stratego d’Asia, mantenevano Tolomeo intronato in Egitto e concedevano a Seleuco la Satrapia di Babilonia.


GUERRE DI ANTIGONO
In qualità di stratego d’Asia, Antigono dovette affrontare l’alleato ancora in vita di Perdicca, Eumene.
Il Monoftalmo inizialmente lo vinse nella battaglia di Orcina nel 320, non riuscendo però a catturarlo, il che fece proseguire gli scontri.

Negli anni successivi Eumene dimostrò notevoli abilità militari grazie alle vittorie ottenute sull’avversario nel 318 a paretacene e nel 317 a Ectabana, nell’odierno Iran.
Ciò nonostante, a seguito di quest’ultima battaglia, Eumene venne tradito dai suoi stessi uomini e consegnato al suo rivale, che lo fece giustiziare nel 316.
Sul fronte europeo nel 319 era morto Antipatro, ed il suo posto alla guida della Macedonia venne preso dal fidato amico Poliperconte, che, grazie al supporto di Olimpiade, la madre di Alessandro Magno, fece uccidere Filippo Arrideo.
Pur avendo il potere, Il figlio di Antipatro, Cassandro, cercò fin da subito di opporsi a questa situazione, essendo stato scalzato da Poliperconte alla guida dello stato.

Nel 316 a.C. Cassandro fece uccidere Olimpiade, costringendo il suo rivale a desistere dal controllo sulla Macedonia.


Antigono a questo punto decise di impossessarsi dei domini orientali di Seleuco, il quale scelse di fuggire in Egitto.
Dopo aver occupato Babilonia, Antigono si autoproclamò reggente al trono, marciando verso i domini Tolemaici in Egitto e Palestina.

Alla fine però il suo attacco giunse al fallimento quando suo figlio, Demetrio I Poliorcete, venne sconfitto a Gaza nel 312 a.C. dalle truppe tolemaiche.
La guerra su due fronti, contro Cassandro e contro Tolomeo, costrinsero alla fine Antigono a scendere a patti con gli avversari nel 311.


CONCLUSIONE:


Il trattato del 311 fece mantenere il titolo di stratega d’Asia ad Antigono, togliendogli però quello di reggente al trono.
Titolo che verrà raccolto da Cassandro, confermando i domini di Tolemeo in Egitto e di Lisimaco in Tracia.
Cassandro, poco dopo, si macchierà dell’uccisione di Alessandro IV , giustiziato nel 311, assumendo il pieno controllo sul regno macedone.
Con la sua uccisione termina la linea dinastica di Alessandro il Grande, e si aprirà una nuova stagione di lunghi conflitti che vedrà come protagonisti gli stessi Diadochi ed i loro figli.

BIBLIOGRAFIA:

  • Marco BETTAGLI, Anna Lucia D’AGATA, Anna MAGNETTO, Storia greca, Roma, Carrocci Editore, 2018
  • Andrea FREDIANI, I grandi condottieri che hanno cambiato la storia, Roma, Newton Compton Editori, 2009

FONTI PRIMARIE:

  • Cornelio Nepote, Vite dei massimi condottieri

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